Stendo stretto il marmo
all'ascolto di stelle storte:
mi giace rigida la guancia
ma nelle vene vengo in nervi e gorghi.
Se "silenzio" è sillaba
che scoppia espirando,
Su te suona promessa
che aspro rispetti.
Rivolto svelta il vello
ma il cuscino cede
sul fracasso di ciglia
cadute a scommessa.
S'accende tra le dita, la freccia
e muta muove l'edera dei miei capelli.
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