mercoledì 17 dicembre 2008

la gioia

è un vento.

so che arriverà da lontano e già la sento, già mi abbraccia, mi scompiglia i capelli, mi fa lucidi gli occhi.

e trovo sorrisi inaspettati, salti, stupori:da quando amo,c'è tutto, dentro me, ed io sono in tutto quel che c'è.
ho linfa e terra, nelle vene..il sole in gola, nelle risate gli echi lunari.

solo quella brezza ed il suo carico di odori, di mani e musica.
non ho bisogno d'altro.

martedì 11 novembre 2008

le zolle al sole, l'erba smeraldo e i vecchi muri.
una canzone da viaggio
le gote accese e un frutto mangiato così,dal ramo.
la cura, la voce vicina,
parole davanti allo stadio.
un panino sui monti,un letto tra la pioggia
e sapermi sicura, protetta, amata.

semplice.
come l'amore.

martedì 30 settembre 2008

esco a vedere il sole

nascosto dagli alberi,
leone d'ombra sonnecchia.

il collo sa di vento e
foglie già cadute.

"fermati attimo, sei così bello"

Monologo di Molly-Ulisse di Joyce

"..eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel suo vestito di tweedl grigio e la paglietta / il giorno che gli feci fare la dichiarazione / sì prima gli passai in bocca quel pezzetto di biscotti all'anice / e era un anno bisestile come ora sì 16 anni fa / Dio mio dopo quel bacio così lungo non avevo più fiato / sì disse che ero un fior di montagna / sì siamo tutti fiori / allora un corpo di donna / sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua / e il sole splende per te oggi / sì perciò mi piacque / sì perché vidi che capiva o almeno sentiva cos'è una donna / e io sapevo che me lo sarei rigirato come volevo / e gli detti quanto più piacere potevo per portarlo a quel punto / finché non mi chiese di dir di sì / e io dapprincipio non volevo rispondere / guardavo solo in giro il cielo e il mare / pensavo a tante cose che lui non sapeva / di Mulveyl e Mr Stanhope e Hester e papà e il vecchio capitano Groves / e i marinai che giocavano al piattello e alla cavallina come dicevan loro sul molo / e la sentinella davanti alla casa del governatore con quella cosa attorno all'elmetto bianco / povero diavolo mezzo arrostito / e le ragazze spagnole che ridevano nei loro scialli / e quei pettini alti / e le aste la mattina i Greci e gli ebrei e gli Arabi e il diavolo chi sa altro da tutte le parti d'Europa / e Duke street e il mercato del pollame / un gran pigolio davanti a Larby Sharonl / e i poveri ciuchini che inciampavano mezzi addormentati / e gli uomini avvolti nei loro mantelli / addormentati all'ombra sugli scalini / e le grandi ruote dei carri dei tori / e il vecchio castello vecchio di mill'anni / sì e quei bei Mori tutti in bianco / e turbanti come re / che ti chiedevano di metterti a sedere in quei loro buchi di botteghe / e Ronda con le vecchie finestre delle posadas / fulgidi occhi celava l'inferriata / perché il suo amante baciasse le sbarre / e le gargotte mezzo aperte la notte / e le nacchere / e la notte che perdemmo il battello ad Algesiras / il sereno che faceva il suo giro con la sua lampada / e Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo / Oh e il mare / il mare qualche volta cremisi come il fuoco / e gli splendidi tramonti / e i fichi nei giardini dell'Alameda / sì e tutte quelle stradine curiose / e le case rosa e azzurre e gialle / e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus / e Gibilterra da ragazza dov'ero un Fior di montagna / sì quando mi misi la rosa nei capelli / come facevano le ragazze andaluse / o ne porterò una rossa / sì / e come mi baciò sotto il muro moresco / e io pensavo be' lui ne vale un altro / e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora / sì allora mi chiese se io volevo / sì dire di sì / mio fior di montagna / e per prima cosa gli misi le braccia intorno / sì e me lo tirai addosso / in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato / sì e il suo cuore batteva come impazzito / e sì dissi / sì voglio / sì.

domenica 27 luglio 2008

eppure torni, torni sempre.
tra le farfalle del sonno, la tua voce.

non esiste scelta, per me.

venerdì 4 luglio 2008

Che segni il sonno
e la storia,
quest'orchidea da viaggio
su ciglio curvo
di spola.

Che s'affacci fessura
su ritorto giro
di mani, la schiuma
che stenta in risacca.

Scaviamo di terra
le dita, io e te:
mutui fratelli
per tempo e
fughe di sonore.

lunedì 9 giugno 2008

la moderazione non m'appartiene:se una cosa m'incuriosisce, se mi stimola la mente ed i sensi, essa mi prende tutta, mi trascina.

mancava il mordente, le volte che ho usato il giudizio, il buon senso che fa ragionare, ponderare.

sono passione, lo ammetto.

sono entusiasmo.

mi accendo all'istante, quando avverto quella scintilla tanto rara.non succede spesso, appunto.anzi, quasi mai...il più delle volte mi lascio scaldare da temperature medie, niente d'infiammabile, giusto x provare...
ma m'appiattisco.

è la polvere da sparo che cerco e spero.

martedì 20 maggio 2008

.

al di là delle preferenze personali, la Poesia è per me una sorta di "miracolo".
il fatto che esistano persone che cerchino un linguaggio "altro" da quello che normalmente usiamo, è divino.

frequentando il laboratorio di scrittura creativa, ho imparato a riconoscere certe pieghe che si formano sul viso di chi sta compiendo questa dura ricerca:testimoniano lo sforzo, la perenne insoddisfazione, la tenacia.
ho conosciuto un muratore con la pelle arsa dal sole che mi parlava della delicatezza di Sylvia Plath e stringeva tra le dita grandi un suo libro gonfio d'appunti..pensare a lui che recita un verso mentre costruisce un muro....E' Poesia.

il pensionato che esce di casa dopo cena per venire a parlare di "cielo"...E' Poesia.

la signora che si commuove davanti a giovani sconosciuti al pensiero del tempo andato...E' Poesia.

si parla d' "ineffabile", di spirito..io la Poesia la vedo nelle persone, nelle mani, nelle rughe chine sul foglio...la sento fortissima nella terra, nell'acqua e nelle foglie.. è un sussurro che giunge assordante, una voce che mi scuote e mi ricorda che esiste davvero molto d'altro e che è mio dovere aprire bene gli orecchi, farmi permeabile e vuota.

mi piangono gli occhi e non ho tristezza.

domenica 18 maggio 2008

shhhh...

il silenzio non è facile da condividere:riesco a goderne solo con quelle poche persone con cui sento di avere un dialogo "altro" dalle parole che riempiono con leggerezza un vuoto di conversazione, con coloro che non sentono il disagio di spartirsi la muta aria tra due teste indipendentemente vicine.
quasi sempre le parole sono necessarie e gradite ma ammetto che sento un vero sollievo, nella condivisione di uno spazio silente...di un'atmosfera più rarefatta di messaggi vocali.amo ascoltare parole non mie, studiarne la composizione e la scelta con gusto quasi chimico...

ma il silenzio è una visione, è un modo di essere, è personale ed intimo.avverto il donare il proprio silenzio come la ricerca di una comunione profonda, di un sentire condiviso che non neghi le parole, ma che le sublimi in lacci inauditi ed inaudibili.

lunedì 12 maggio 2008

Sfavilla e trilla,
questo scrigno smeraldo
d'altura lucente.

Raccolgo le dita
e cerco i tuoi calli,
l'orecchio cola tinta
di felci e rossi scovati.

Nei seni ho salti
d'acqua selvatica.

sabato 26 aprile 2008

"Difendere l'allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo
e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e da quelle definitive"

(M.Benedetti)

giovedì 24 aprile 2008

24 aprile

resto muta davanti allo scenario di cartapesta che io stessa vivacemente dipinsi, pur conoscendone l'insita fragilità.

martedì 15 aprile 2008

"Cielo"

Su terre ch'allinea e lima
s'inclina la lente d'umore ialino
che nomino nivea
di memoria.

Il corpo m'increspa cobalto e
condisce di soste e sali attici
le riarse sillabe estive.

M'aggredisce la mente,
il grumo di certi grigi,
e resto stesa come
umida e statica attesa.


Un'insolita schiuma di stelle
sciacqua frante di specchi:
mi fingo a confondere
sfere di nembi con la Spheranza.

martedì 1 aprile 2008

..

"Dovrebbe bastar questo, dire di uno come si chiama e aspettare il resto della vita per sapere chi è, se mai lo sapremo, poiché essere non significa essere stato, essere stato non significa sarà."
J.Saramago

lunedì 31 marzo 2008

..

la quotidianità, l'incontro giornaliero si possono scorgere in ciclici archi di tempo minimo?
o forse s'immaginano: si proietta un perfetto campione di 3 giorni all'infinito e si crea un paesaggio emozionale in cui pensarsi diversi ma se stessi. credo sia un processo ineluttabile, quando si venga assorbiti da una felicità spiazzante, e normalissima insieme. mah, qui ci vorrebbe un filosofo..

"fluidità" è la parola che mi sale alle labbra più facilmente: fluidi scoppi di vita, fluido osservarsi, fluido camminare sapendo il braccio vicino.

sono stata viziata, ne sono cosciente.ma non avrei questa colpa, che tra l'altro non mi pesa, se tuttigiorni fosse stato così:credo la vera imputata da condannare sia la fortuna ..ma non sono fatalista.
ci si incontra per vie misteriose, durante una vita: spesso ci si accetta e ci si adegua, quasi mai si è capiti ed amati restando davvero fedeli a se stessi.

l'avarizia del tempo, l'ironia degli eventi e delle linee di distanza:cio' che chiamiamo Vita ci tira per le mani, vuole tutto di noi..ha l'avidità di chi sa di nascondere doni inusuali e necessari.

un respiro tremante di tabacco,
scenari irresistibilmente condivisi,
una grazia umanissima e silente vanamente celata da motti da osteria,
pareti permeate da desideri e liriche,
una panca di marmo per occhi curiosi
e il non-compleanno più mio.

ieri mi sono accorta di aver sbagliato strada..tanta è l'abitudine ormai-già.

visioni nuove e modernissime-questa quieta e sorprendentemente normale felicità: cumulo di bellezza da socchiudere gli occhi.

"ah, che il velo infittisca perché non muoia di dolcezza"



un'intima linea blu mi corre sul polso: l'avvicino alla bocca.

"Papaveri in ottobre"

Nemmeno le nubi assolate possono fare stamane
gonne così.Né la donna in ambulanza,
il cui rosso cuore sboccia prodigioso dal mantello-

Dono, dono d'amore
del tutto non sollecitato
da un cielo
che in un pallore di fiamma accende i suoi
ossidi di carbonio, da occhi
sbigottiti e sbarrati sotto cappelli a bombetta.

O Dio, chi sono mai
io da far spalancare in un grido queste tarde bocche
in una foresta di gelo, in un'alba di fiordalisi.

S.Plath

domenica 30 marzo 2008

..

la ricerca della felicità è un'istanza naturale, negli Uomini o negli uomini?!
insomma, le donne sono comprese in questa cosciente corsa al sorriso interiore?

me lo chiedo sempre più spesso, anche considerando me stessa e le mie scelte.

lunedì 10 marzo 2008

"Running with scissors"

Lustro di lama
lucente le mani
e muta socchiudo
la porta al ritorno.

Non torturi l'impaziente
e una scarpa masticata
porta la linea del naso
e il ventre battente.

Non hai stupore
né voce: già il rantolo
attutisce il taglio
netto e virile.

E' uno spettro sagace
a tirarmi i capelli
e fuori, nel giorno:
un'orma rossa mi segue
e s'allunga.

giovedì 6 marzo 2008

sotto una piccola stella

Chiedo scusa al caso
se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità
se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità
se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti
se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo
per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore
se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane,
se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte,
se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi
per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni
se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata,
se a volte rido.
Perdonatemi, deserti,
se non corro con un cucchiaio d’acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso,
nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all’albero abbattuto
per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande
per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell’esistenza,
se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima,
se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto,
se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti,
se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
Non avermene, lingua,
se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
W.Szymborska

martedì 19 febbraio 2008

Grande numero

Quattro miliardi di uomini su questa terra,
ma la mia immaginazione è uguale a prima.
se la cava male con i grandi numeri.
continua a commuoverla la singolarità.
svolazza nel buio come la luce d'una pila,
illumina solo i primi visi che capitano,
mentre il resto se ne va nel non visto,
nel non pensato, nel non rimpianto.
ma questo neanche Dante potrebbe impedirlo.
e figuriamoci quando non lo si è.
anche se tutte le Muse venissero a me.

Non omnis moriar-un cruccio precoce.
ma vivo intera?e questo puo' bastare?
non è mai bastato, e tanto meno adesso.
scelgo scartando, perché non c'è altro modo,
ma quello che scarto è più numeroso,
è più denso, più esigente che mai.
a costo di perdite indicibili-una poesiola,un sospiro.
Alla chiamata tonante rispondo con un sussurro.
non diro' di quante cose taccio.
un topo ai piedi della montagna materna.
la vita dura qualche segno d'artiglio sulla sabbia.

Neppure i miei sogni sono popolati come dovrebbero.
c'è più solitudine che folle e schiamazzo.
vi capita a volte qualcuno morto da tempo.
una singola mano scuote la maniglia.
la casa vuota si amplia di annessi dell'eco.
dalla soglia corro giù nella valle
silenziosa, come di nessuno, già anacronistica.

Da dove venga ancora questo spazio in me-non so.

(W. Szymborska)

lunedì 4 febbraio 2008

Gennaio

Stendo stretto il marmo
all'ascolto di stelle storte:
mi giace rigida la guancia
ma nelle vene vengo in nervi e gorghi.

Se "silenzio" è sillaba
che scoppia espirando,
Su te suona promessa
che aspro rispetti.

Rivolto svelta il vello
ma il cuscino cede
sul fracasso di ciglia
cadute a scommessa.

S'accende tra le dita, la freccia
e muta muove l'edera dei miei capelli.

martedì 22 gennaio 2008

..

dite che c'è una terra, sotto,
su cui poi tornare a camminare.

io non la conosco.

lunedì 7 gennaio 2008

tuttigiorni

“La distanza tra 2 fatti
È noia al quadrato.”
Lo dice il giornale
E il pane che preghi alla tv.

Mille vasi all’orlo

di tinte e dolori:
gli altri giorni sono pause
che colano fuori.

Spingi le briciole a terra
senza lo stupore
Di sentir crescere
dal tappeto-le mie viole.