giovedì 6 marzo 2008

sotto una piccola stella

Chiedo scusa al caso
se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità
se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità
se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti
se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo
per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore
se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane,
se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte,
se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi
per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni
se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata,
se a volte rido.
Perdonatemi, deserti,
se non corro con un cucchiaio d’acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso,
nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all’albero abbattuto
per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande
per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell’esistenza,
se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima,
se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto,
se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti,
se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
Non avermene, lingua,
se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
W.Szymborska

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