il bazar dell'oblio equatoriale
arrotonda bocche per esangui,
mentre globi neri ammiccano
da simmetrici vettori d'aria.
sulle funi frangono
gli impiastri delle note
e la lutea membrana
soffre il rullo d'attesa.
l'arco di nasi al cielo
ti scioglie dal legno salmastro:
"sono specchio di grida carminie
o grave in abissi reticolari"
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